Attività, Formazione APR - 09 - 2015

Il Corso di alta formazione in  “Peacekeeping, conflitti internazionali e vittime civili di guerra”, realizzato  d’intesa con il Corso di laurea magistrale in Scienze Sociali Applicate della Sapienza Università di Roma. è  rivolto a giovani in possesso di laurea ( triennale, magistrale o vecchio ordinamento) ,  a studenti iscritti alle  2  lauree magistrali, di tutte le discipline, a docenti di scuole secondarie di primo o secondo grado, a dirigenti  degli enti promotori e di enti e istituzioni non-governative impegnati nell’area delle relazioni internazionali,  che vogliano acquisire una competenza specifica sui conflitti e la tutela dei diritti umani, in particolare nei  confronti dei belligeranti, dei prigionieri o feriti, della popolazione civile. La violazione dei diritti umani,  sempre di più, accende la responsabilità penale dei singoli d i fronte alla Comunità internazionale

 


anvcg

anrp

SCUOLA DI AGGIORNAMENTO E ALTA FORMAZIONE
“Giuseppe Arcaroli ”

Anno Accademico 2014-2015

Enti promotori

La Scuola di aggiornamento di alta formazione “Giuseppe Arcaroli”, istituita  dall’A.N.V.C.G. –  Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra Ente Morale (D.C.P.S. 19 gennaio  1947) e  dall’ANRP – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di  Liberazione e loro familiari (Ente Morale D.P.R. 30 maggio 1949), è  rivolta in particolare alla  trattazione dei temi relativi ai diritti umani e ai conflitti, al fine di esaminare le  conseguenze di  questi ultimi nei confronti degli stessi belligeranti,  dei prigionieri o feriti e della popolazione  civile, nonché a considerare che la violazione dei diritti umani, sempre di più, accende la  responsabilità penale dei singoli di fronte alla Comunità internazionale in quanto tale.  Il tratto distintivo della Scuola è la multidisciplinarietà, caratteristica  che permette di  approfondire la tematica dei diritti umani nelle sue varie sfaccettature e, inoltre, di promuovere  l’insieme delle attività formative in linea con le attuali dinamiche, volte ad assicurare  un pieno  rispetto dei diritti e dei bisogni delle vittime dei conflitti armati, a ridurre mali super flui e  sofferenze inutili, nonché a facilitare il processo di riconciliazione e pace.

 

Corso di alta formazione anno accademico 2014-2015

Peacekeeping, conflitti internazionali e vittime civili di guerra


Documentazione scaricabile:

La cerimonia di consegna dei diplomi, a fine corso, si è svolta martedì 24 novembre 2015 alle ore 18 presso la sala conferenze dell’ANRP, via Labicana 15A – 00184 Roma.
Era presente il corpo docente del corso, gli studenti, familiari e visitatori.
Per l’occasione sono state evidenziate le tesi e gli elaborati più meritevoli, con commenti dei professori e del coordinatore del corso.

Image1
Image2

 

Gruppo

 

 

Quaderno N° 1 – Corso di Alta Formazione
Peacekeeping conflitti internazionali e vittime civili di guerra
(Edizioni Mediascape)

 

PKL’argomento che è stato scelto dall’ANVCG – Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e dall’ANRP – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari per inaugurare la prima sessione accademica della Scuola di Aggiornamento e Alta Formazione “Giuseppe Arcaroli” è stato quello del “Peacekeeping” e i lavori presentati in questa raccolta – tutti interessanti e significativi nella loro varietà di approcci – sono il frutto del corso tenuto su questo tema.
Letteralmente “Peacekeeping” significa “mantenimento della pace”, ma nella nostra lunga esperienza all’interno e ora alla guida delle nostre associazioni ci siamo resi conto che prima ancora di mantenerla, la pace va costruita nella vita di tutti i giorni, a livello macrosociale e nella vita quotidiana.
Come ci ha insegnato tutto il lungo e per molti versi doloroso percorso dal dopoguerra ad oggi, non si tratta di un compito facile. Eravamo in molti a pensare che la terribile esperienza della Seconda Guerra Mondiale – con i suoi inauditi orrori – potesse servire almeno come monito e deterrente efficace contro le pulsioni belliche dell’umanità, ma purtroppo questa speranza si è scontrata molto presto con la dura realtà: già pochi anni dopo il 1945, infatti, la guerra aveva ripreso ad uccidere in tante aree del mondo e ha continuato a farlo fino ad oggi, coinvolgendo sempre di più le popolazioni civili che ormai rappresentano oltre il 90% delle vittime.
Questa tensione tra desiderio di pace e volontà di annientamento è stata uno dei fili conduttori di tutta la storia dal 1945 ad oggi, divenendo sempre più centrale nell’opinione pubblica mondiale e anche nella coscienza etica individuale di tutti quanti noi.
Per tutti coloro che hanno a cuore la pace, è apparso sempre più chiaro che la costruzione di una cultura della pace è l’unica difesa contro le sempre più micidiali armi di distruzione di massa che la tecnologia fornisce all’uomo.
Per questo motivo le nostre associazioni hanno posto già da tempo la diffusione di una cultura di pace tra gli obiettivi principali della loro azione sociale, come si può riscontrare anche nei nostri Statuti.
Se, da un lato, le notizie che giungono dai diversi fronti di guerra nel mondo possono alimentare una sorta di sentimento d’impotenza, visti gli ultimi avvenimenti e lo svilupparsi di un clima di “guerra permanente”, dall’altro il nuovo millennio sembra aver portato con sé il germe di un nuovo pacifismo, non più inteso in senso politico e ideologico, bensì umanistico e universale.
Le sofferenze delle vittime della guerra, infatti, sono ormai sentite come una violazione dei diritti fondamentali comuni a tutti gli esseri umani e considerate un fatto inaccettabile, a prescindere da dove si verifichino, in una prospettiva che si potrebbe a ragione chiamare “universalistica”, perché supera il concetto di nazionalità.
Una percezione nuova, importante, le cui motivazioni sono molto diverse, sicuramente complesse e riconducibili a vari fattori.
Uno di questi è la diffusione di Internet, che ha permesso di mettere in comunicazione diretta differenti realtà e persone molto distanti tra loro, mutando radicalmente “l’orizzonte geografico” con cui si percepisce la propria vita, specialmente tra le giovani generazioni.
La globalizzazione, inoltre, ha indubbiamente permesso una maggiore condivisione di esperienze di vita quotidiana o lavorativa, artistica ed ideologica tra persone lontane nel mondo: ormai non è raro avere amicizie e collaborazioni distribuite in paesi che una volta erano percepiti da molti solo come vaghe entità geografiche. Possiamo arrivare a dire che, in un certo senso, la ex Jugoslavia del 1995 è molto più lontana per noi italiani di quanto possano esserlo ora l’Iraq o il Tibet.
A ciò ha contribuito, in maniera sicuramente più storica e politica, la fine della cosiddetta “guerra fredda”. E’ solo dopo il 1989, infatti, che possiamo dire veramente iniziato il dopoguerra e con esso il superamento delle rigide contrapposizioni ideologiche figlie della Seconda guerra mondiale e delle altre vicende storiche del XX secolo: una condizione, questa, particolarmente favorevole per la nascita di un sentimento di solidarietà umana più vasto e comune.
In questa temperie culturale nuova, non mancano gli aspetti ambivalenti: la crescente sensibilità per le vittime della guerra può anche essere utilizzata in modo interessato da chi vuol giustificare talune azioni militari, ammantandole di un intento e di valori alti che decisamente non hanno. Altri, invece, potrebbero sfruttare questa rinnovata ondata di solidarietà per trarre uno spregevole vantaggio nell’ambito delle scelte di tattica bellica, come avviene nei casi sempre più frequenti di civili usati come “scudi umani”.
Lo sviluppo dell’etica della pace e il suo rafforzamento fino a farla diventare più forte della guerra non sono più obiettivi utopici, bensì traguardi concreti che tutti quanti noi – individui e soggetti sociali – possiamo contribuire a far diventare reali: è questa la ragion d’essere della Scuola di Aggiornamento e Alta Formazione “Giuseppe Arcaroli” che l’ANVCG e l’ANRP hanno fortemente voluto per dare il loro contributo alla costruzione di un mondo migliore e più giusto.