a cura di Maria Elena Ciccarello
Mediascape – Edizioni ANRP
L’ANRP è stata la calamita che ha attratto il bisogno degli Internati di fissare la memoria della loro prigionia in modo che non venisse dispersa col passare delle generazioni. Gli Internati hanno trovato nell’ANRP un luogo amico, capace di ascoltarli e di capirli, l’ANRP, a sua volta, si è arricchita e trasformata nel rapporto con loro, diventando sempre più un archivio e un centro di ricerca storica. Così, da questo scambio reciproco, è nato il Museo “Vite di IMI”, che ha valorizzato un decimo delle tracce che gli IMI ci hanno portato: lettere, cartoline, diari, fotografie, oggetti, ricordi. Un patrimonio prezioso, da conservare salvandolo dall’usura del tempo e mettendolo a disposizione degli studiosi. Elena Ciccarello, fine psicologa, ha saputo cogliere questo implicito invito, dedicandosi con passione e intelligenza all’esame di oltre mille lettere e cartoline di Internati ai loro cari e dei familiari ai prigionieri. Era tempo che lettere e cartoline, in genere usate come complemento di altre fonti, venissero prese in considerazione nella loro funzione specifica, con pregi e limiti ma con una peculiarità rispetto all’altra fonte primaria, più privilegiata, il diario: la lettera non è un dialogo con sé stesso, ma con i propri cari, è quindi uno strumento di relazione. Mentre il diario riflette la condizione nuova ed eccezionale del prigioniero, filtrata attraverso la cassetta degli attrezzi culturali di ciascun Internato, la lettera apre una finestra unica sulla condizione dei familiari del prigioniero, sulla “normalità” della vita in guerra, sotto le bombe, filtrata attraverso il livello culturale e la dimensione sociale delle famiglie dei prigionieri. La lettera è forse lo strumento che più di ogni altro riflette una sorte comune, di affinità spinte fino alla ripetitività, senza però negare l’unicità della storia di ciascuno. L’Autrice sceglie una piccola zolla dell’esperienza degli IMI, la lettera e la cartolina, ma di quella zolla, che peraltro costituisce la parte più vitale di giornate spesso monotone e ripetitive, esamina ogni filo d’erba, ogni sfumatura di forma e di sostanza, di grafia e di contenuto.