ANNO 2004

a cura di Vincenzo Porcasi

Edizioni ANRP

Con questo volume l’ANRP dà inizio ad una collana di pubblicazioni dal titolo “Ricordo e Progresso” (RP), che va ad affiancare le precedenti “Studi, documentazione e ricerca dell’ANRP” (1963) e “Quaderni anrp” (1985).
Ciascuna opera presentata in questa serie si aprirà con una breve introduzione e, in alcuni casi, con una cronologia degli avvenimenti, a cui seguirà una scelta di contributi di studiosi di economia, di materie giuridiche e di storici, sinteticamente presentati.
Lo scopo di questa collana è quello di porre i lettori in un contatto diretto e immediato con i documenti e le testimonianze del passato, per coglierne il loro dinamico significato e la loro importanza nel tempo, come presupposto e stimolo al progresso.
Attraverso questa serie di pubblicazioni si intende, ancora una volta, rendere tangibile un momento di rinnovamento e venire incontro, più generalmente, all’interesse diffuso in strati sempre più vasti di lettori verso la solidarietà sociale e i suoi problemi.
La Fondazione Archivio Nazionale Ricordo e Progresso, istituita dall’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione, è impegnata a realizzare progetti concreti, mostrando attenzione anche ai problemi della quotidianità che, ancorché piccoli, sono estremamente importanti per la piena realizzazione della vita dell’uomo.
Forte dell’esperienza dei Veterani aderenti all’Associazione, nella consapevolezza delle sofferenze e delle privazioni di coloro che sono stati prigionieri e internati di guerra, nel ricordo di tutto quello che hanno patito in prima persona, ridotti più volte in condizioni di schiavitù e di lavoro coatto, e nella coscienza del loro passato di autentico sacrificio individuale e collettivo, l’ANRP sente l’impegno di affermare che le relazioni internazionali, a livello mondiale, debbano avere alla base un ordinamento giuridico fondato sui diritti inalienabili della persona umana.
I principi fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa, così come espressi nel 2001, in occasione del Capitolo Generale per la Cultura della Pace sanciscono che: “Ogni persona umana ha diritti e responsabilità che gli derivano dalla dignità che gli è propria. […] Ogni persona ha il diritto e il dovere di partecipare alla vita sociale, perseguendo con gli altri il bene di tutti, e specialmente dei più vulnerabili. La Dottrina Sociale della Chiesa insegna che tutti abbiamo diritto alla vita e alle necessità primarie per condurre una vita decorosa: cibo, alloggio, assistenza medica, educazione e impiego […]”.
E così pure nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: “Ogni persona ha diritto a un livello di vita che garantisca la salute e il benessere dell’individuo e della sua famiglia, in particolare per quanto riguarda il cibo, il vestiario, la casa, l’assistenza medica e i servizi sociali necessari: essa ha diritto a essere garantita in caso di disoccupazione, malattia, inabilità, vedovanza, vecchiaia, e in mancanza di fondi di sopravvivenza per circostanze esterne alla sua volontà”. Questi principi rischiano di essere calpestati dall’indifferenza che sembra essere diventata la nuova regola dell’umanità. Infatti, come si afferma ancora nel testo, “Schiavi della “finanza globale”, adagiati in un mondo che è solo materia commerciabile, vediamo naufragare l’Etica mentre si fa strada una mostruosa, totalizzante “deregulation”. E questo non possiamo permetterlo, perché siamo fermamente convinti che la globalizzazione non può e non deve diventare un fenomeno solo meramente economico.
Il diritto della persona umana di gestire i mezzi di produzione, assumendone anche la proprietà diretta attraverso le forme che il sistema giuridico va a consentire, non deve essere condizionato dalla produttività, dal marketing e dalla soddisfazione dei consumatori.
La tutela della dignità, del diritto di esprimere la propria personalità sul luogo del lavoro; la corretta concezione della persona umana e del suo valore unico sono concetti che noi intendiamo salvaguardare e per farlo bisogna sconfiggere quel sistema socio culturale che ha creato una sorta di idolatria di mercato, ignorando la dimensione etica dell’uomo.
Attraverso la solidarietà e l’inclusione sociale si può attuare un sistema di economia libera, in cui la proprietà si giustifica moralmente quando crea occasioni di lavoro e di progresso per tutti.
L’ANRP non può dimenticare le sofferenze derivanti dalla guerra ed è suo primario dovere ricordarlo alle generazioni future. Qualsiasi presupposto che possa ledere il diritto alla vita e alla dignità umana ci vedrà sempre combattere in prima linea.