ANNO 2015, In primo piano

CORSO DI ALTA FORMAZIONE

Mediascape

L’argomento che è stato scelto dall’ANVCG – Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e dall’ANRP – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari per inaugurare la prima sessione accademica della Scuola di Aggiornamento e Alta Formazione “Giuseppe Arcaroli” è stato quello del “Peacekeeping” e i lavori presentati in questa raccolta – tutti interessanti e significativi nella loro varietà di approcci – sono il frutto del Corso tenuto su questo tema.
Letteralmente “Peacekeeping” significa “mantenimento della pace”, ma nella nostra lunga esperienza all’interno e ora alla guida delle nostre associazioni ci siamo resi conto che, prima ancora di mantenerla, la pace va costruita nella vita di tutti i giorni, a livello macrosociale e nella vita quotidiana.
Come ci ha insegnato il lungo e per molti versi doloroso percorso dal dopo¬guerra ad oggi, non si tratta di un compito facile. Eravamo in molti a pensare che la terribile esperienza della Seconda guerra mondiale – con i suoi inauditi orrori – potesse servire almeno come monito e deterrente efficace contro le pul¬sioni belliche dell’umanità, ma purtroppo questa speranza si è scontrata molto presto con la dura realtà: già pochi anni dopo il 1945, infatti, la guerra aveva ripreso ad uccidere in tante aree del mondo e ha continuato a farlo fino ad oggi, coinvolgendo sempre di più le popolazioni civili che ormai rappresentano oltre il 90% delle vittime.
Questa tensione tra desiderio di pace e volontà di annientamento è stata uno dei fili conduttori di tutta la storia dal 1945 ad oggi, divenendo sempre più centrale nell’opinione pubblica mondiale e anche nella coscienza etica indivi¬duale di tutti quanti noi.
Per tutti coloro che hanno a cuore la pace, è apparso sempre più chiaro che la sua costruzione è l’unica difesa contro le sempre più micidiali armi di distru¬zione di massa che la tecnologia fornisce all’uomo.
Per questo motivo le nostre associazioni hanno posto già da tempo la diffu¬sione di una cultura di pace tra gli obiettivi principali della loro azione sociale, come si può riscontrare anche nei nostri Statuti.

Se, da un lato, le notizie che giungono dai diversi fronti di guerra nel mondo possono alimentare una sorta di sentimento d’impotenza, visti gli ultimi avve¬nimenti e lo svilupparsi di un clima di “guerra permanente”, dall’altro il nuovo millennio sembra aver portato con sé il germe di un nuovo pacifismo, non più inteso in senso politico e ideologico, bensì umanistico e universale.
Le sofferenze delle vittime della guerra, infatti, sono ormai sentite come una violazione dei diritti fondamentali comuni a tutti gli esseri umani e considerate un fatto inaccettabile, a prescindere da dove si verifichino, in una prospettiva che si potrebbe a ragione chiamare “universalistica”, perché supera il concetto di nazionalità.
Una percezione nuova, importante, le cui motivazioni sono molto diverse, sicuramente complesse e riconducibili a vari fattori.
Uno di questi è la diffusione di Internet, che ha permesso di mettere in co¬municazione diretta differenti realtà e persone molto distanti tra loro, mutando radicalmente “l’orizzonte geografico” con cui si percepisce la propria vita, spe¬cialmente tra le giovani generazioni.
La globalizzazione, inoltre, ha indubbiamente permesso una maggiore con¬divisione di esperienze di vita quotidiana o lavorativa, artistica ed ideologica tra persone lontane nel mondo: ormai non è raro avere amicizie e collabo¬razioni distribuite in paesi che una volta erano percepiti da molti solo come vaghe entità geografiche. Possiamo arrivare a dire che, in un certo senso, la ex Jugoslavia del 1995 è molto più lontana per noi italiani di quanto possano esserlo ora l’Iraq o il Tibet.
A ciò ha contribuito, in maniera sicuramente più storica e politica, la fine del¬la cosiddetta “guerra fredda”. È solo dopo il 1989, infatti, che possiamo dire ve¬ramente iniziato il dopoguerra e con esso il superamento delle rigide contrap¬posizioni ideologiche figlie della Seconda guerra mondiale e delle altre vicende storiche del XX secolo: una condizione, questa, particolarmente favorevole per la nascita di un sentimento di solidarietà umana più vasto e comune.
In questa temperie culturale nuova, non mancano gli aspetti ambivalenti: la crescente sensibilità per le vittime della guerra può anche essere utilizzata in modo interessato da chi vuol giustificare talune azioni militari, ammantandole di un intento e di valori alti che decisamente non hanno. Altri, invece, potreb¬bero sfruttare questa rinnovata ondata di solidarietà per trarre uno spregevole vantaggio nell’ambito delle scelte di tattica bellica, come avviene nei casi sem¬pre più frequenti di civili usati come “scudi umani”.
Lo sviluppo dell’etica della pace e il suo rafforzamento fino a farla diventare più forte della guerra non sono più obiettivi utopici, bensì traguardi concreti che tutti quanti noi – individui e soggetti sociali – possiamo contribuire a far diventare reali: è questa la ragion d’essere della Scuola di Aggiornamento e Alta Formazione “Giusppe Arcaroli” che l’ANVCG e l’ANRP hanno fortemente voluto per dare il loro contributo alla costruzione di un mondo migliore e più giusto.

Enzo Orlanducci

Presidente Nazione ANRP

Giuseppe Castronovo

Presidente Nazionale ANVCG