Nel 1944, quando l’antropologia nazista mi faceva camminare in città nella lurida cunetta della strada, in quanto ariano / B, mediterraneo, dolicocefalo bruno con occhi bruni, tra il marciapiede riservato agli ariani A, dolicocefali biondi del nord, con gli occhi azzurri, oppure brachicefali alpini bruni, austro-bavaresi del sud (come Hitler !) e il centro strada riservato invece ai subumani, agli ebrei e ai cavalli, allora il mio controrazzismo mi faceva classificare i tedeschi nelle sottorazze di quelli “senz’anima” (i più) e quelli “con l’anima! (i meno).
Poi dopo la guerra, con la rimozione, dimenticai, non odiai, ma non perdonai mai i “cattivi” che non davano segni di pentimento e non mi chiedevano “scusa”.
Ma dopo 65 anni di vana attesa di scuse dai tedeschi, premessa per un mio perdono e con le loro reiterate beffe anche dei tribunali tedeschi verso le vittime italiane, ora riesumo la mia classificazione razzista della sotto razza “senz’anima”.
Premesso che nessuna cifra potrà mai risarcire una vita umana o una schiavitù a oltranza, diversi “schiavi di Hitler” (o chi per essi) civili o militari, vittime di crimini di guerra tedeschi (stragi di popolazioni, mattanze di prigionieri, schiavitù di deportati e internati…) hanno chiesto, in mancanza di scuse, dei risarcimenti tramite i tribunali italiani ma con l’ostracismo della ragion di stato dei nostri governi destrofili, benché i crimini contro l’umanità non cadono mai in prescrizione.
Con sentenza definitiva, “in giudicato”, della nostra Cassazione, del 21 ottobre, il Governo tedesco è stato condannato a risarcire alcune vittime di una strage appenninica!
Naturalmente i tedeschi ricusano la sentenza e dichiarano che non pagheranno, sostenendo che nessun altro paese si è comportato finora come l’Italia (ma non è vero, ci sono p.es. processi in Grecia…) e che con gli accordi bilaterali italotedeschi del 1947 e 1961 loro hanno già risarcito le vittime italiane con 40 milioni di marchi, la clausola della loro “immunità legale internazionale” e l’esclusione di futuri risarcimenti a singole vittime.
Se non che i risarcimenti del ’61, distribuiti dal governo italiano “a modo suo”, era riservato agli ebrei e non contemplava altre vittime tanto è vero che non ne beneficiarono gli IMI e le vittime delle stragi. Di più, per il diritto internazionale, come ho sottolineato, le stragi di popolazioni inermi sono crimini contro l’umanità, non prescribvibili!
Gli ex deportati e gli Internati (militari e civili) italiani che hanno cause in corso, possono finalmente bene sperare dal precedente di questa ultima sentenza della Cassazione, che conferma la precedente dell’ammissibilità di questi processi ! Se non che questi processi si svolgono in tempi lunghi e senza l’assistenza, anzi col freno, dello stato italiano, tanto più dopo le recenti dichiarazioni in Germania del nostro Min. Esteri Frattini che appoggiava il governo tedesco e il salvaguardia delle immunità internazionali per non creare dei precedenti di nostri risarcimenti alle vittime dei ostri criminali di guerra nei Balcani, Grecia, Libia e Etiopia.
Comunque questa prima vittoria, dopo 60 anni, delle vittime italiane sarà solo una vittoria di bandiera, perché la Germania ricorrerà alla Corte dell’ Aia e si solleverà un putiferio europeo di richieste di risarcimenti alla Germania da parte delle vittime di 21 paesi e casi analoghi tra altri paesi, noi compresi! Senza contare la carenza generale di soldi dei governi, nella crisi economica odierna.
Tornando alla sentenza della Cassazione e dopo il rifiuto tedesco di accettare la sentenza e di pagare, tramite il tribunale si dovrebbe pignorare in Italia o in altri paesi della UE dei beni di proprietà dello stato tedesco, che non siano diplomatici o culturali (intesi questi come beni funzionali diplomatici) né ovviamente sono pignorabili i beni privati dei tedeschi!
E allora? Se ne verrà mai a capo di questo groviglio gordiano? E in quanti anni, o decenni, considerato che l’età del più giovane deportato o internato è di 84 anni?
Comunque, tranquilli: finalmente ABBIAMO VINTO ! … Ma non vedremo mai un euro!
Ma se non in soldi… almeno le scuse!
Claudio Sommaruga