ANNO 2017, In primo piano

a cura di Rosina Zucco

Mediascape – Edizioni ANRP

L’ ANRP, a buon diritto, ha scritto Alfredo Bernardini Segretario Generale dell’ANRP, si può fregiare di aver vissuto, fin dalla sua fondazione, una “storia evolutiva” particolarmente incisiva e dinamica, nel corso della quale essa ha svolto un ruolo inizialmente rivendicativo, ma fondamentale, a garanzia dei diritti dei Reduci e dei loro familiari, per proseguire da diversi anni a questa parte nella tutela e nella divulgazione di quella che definiamo la “Memoria attiva” destinata alle giovani generazioni, a quelle future, e a quanti vogliano approfondire una verità storica a lungo obliata: quella degli IMI, gli Internati Militari Italiani. La vocazione dell’Associazione si è dunque rafforzata nella volontà di testimoniare le loro vicende, il loro sacrificio, non solo imprimendo a tutto il materiale disponi-bile o reperibile una rigorosa sistemazione storico-scientifica, ma anche rendendolo fruibile e vivificandolo attraverso il suo utilizzo. Il nostro obiettivo, la nostra sfida di oggi è infatti quella di essere, oltre un’istituzione, un Luogo della memoria, dove si custodiscono migliaia di storie individuali e materiale museale che, pur essendo evidentemente di grande valore, sarebbe destinato irrimediabilmente ad invecchia-re. Così come sarebbe accaduto alla stessa Associazione se, apportando le necessarie modifiche allo Statuto, essa non si fosse aperta anche ai familiari dei Reduci. Sotto l’egida di un Comitato Scientifico, un gruppo di nativi digitali sta provvedendo al completamento dell’imponente archivio del LeBI, il Lessico Biografico degli In-ternati Militari Italiani nei lager nazisti 1943-1945. Nel vastissimo database vengono immessi e salvati i dati anagrafici e biografici, corredati della documentazione relativa alle vicende sia del maggior numero possibile dei circa 650mila internati, sia rientrati dalla prigionia, sia quelli purtroppo sono deceduti durante l’internamento. Oltre alle finalità, più volte ribadite, che costituiscono i presupposti ideali, culturali e morali di questa immane operazione, si possono considerare assai significative anche le modalità con cui si sta procedendo alla realizzazione del LeBI. Il lavoro di acquisizione dei dati d’archivio e la loro informatizzazione sta coinvolgendo una squadra sempre più ampia di giovani che, immergendosi e navigando a ritroso lungo la linea del tempo, fa riaffiorare la sconfinata quantità di reperti, dando loro una sistemazione chiara e organizzata, accessibile ed inalienabile. Mani giovani, appunto, ed inesperte che non hanno avuto fortunatamente la diretta cognizione del dolore, dell’angoscia e della paura che hanno provato i loro familiari, ma che ora, rispettosamente, prendono in consegna le loro drammatiche esperienze. A volte si commuovono o rimangono fortemente turbati leggendo e trascrivendo alcune di quelle storie. A pensarci bene, già questo rappresenta un bellissimo e vibrante passaggio epico: nell’immettere e sistemare quei dati essi si accorgono che da quel materiale emerge un racconto terribile e struggente. Una remota “voce omerica”, sottesa al loro lavoro, li aiuta ad acquisire maggiore consapevolezza della fortuna che essi hanno di vivere in una Repubblica e in tempi di Democrazia, al punto di sviluppare uno spontaneo e sincero senso di gratitudine verso coloro che tale fortuna hanno costruito. L’obiettivo dell’ANRP è dunque quello di moltiplicare esponenzialmente il transi-to fisico di questo enorme e prezioso patrimonio storico e culturale nelle coscienze individuali delle giovani generazioni, assicurando quel passaggio di testimone che l’Associazione istituzionalmente si propone di portare a compimento.