ANNO 2001

L’ANRP si propone, tramite un difficile percorso, di svolgere un ruolo attivo tra i costruttori di pace. Tale necessità nasce dalla constatazione che le sofferenze sopportate con eroica dignità prima dai prigionieri e poi dagli internati (civili e militari), all’indomani dell’8 settembre 1943, non attengono alla logica dei vinti, bensì a quella dei costruttori i pace.
In questi ultimi cinquant’anni l’Italia si è trasformata, industrializzandosi ed inserendosi a pieno titolo fra i grandi del G7, creando i presupposti per l’assunzione di un ruolo importante nella competizione a livello internazionale, particolarmente come modello di tecnica organizzativa (esempio eloquente i distretti fondati sulla piccola e media dimensione), e di tecnica produttiva, in grado di connettere il processo di trasformazione delle materie prime al ciclo produttivo che si sviluppa nei paesi dell’Unione Europea.
L’attività di costruttori di pace ha consentito all’Italia di esercitare un ruolo attivo nelle crisi internazionali, sia sotto il profilo militare che della protezione civile, non secondaria ed efficiente, cos¡ come unanimemente riconosciuto nelle varie sedi multilaterali. Per altro verso, la nostra azione sul campo si manifestata anche sul piano della costruzione di un nuovo ordinamento giuridico multilaterale pattizio che, creando nuove figure normative soprannazionali, sgombra finalmente il campo da quei protezionismo tariffari e da quelle barriere che sono costate all’umanità in quest’ultimo secolo almeno cento mi ioni di morti sui diversi fronti di guerra.
Di qui, l’impegno che la nostra Associazione si assunta nelle due direzioni; l’investigazione delle strutture giuridiche multilaterali dirette al rinnovamento degli strumenti tesi a definire e a sostanziare i diritti della persona umana in ogni circostanza e la nostra memoria storica.
Una giovane studiosa rumena che collabora con importanti ricerche italiane soddisfa a pieno a tali due indirizzi. La dottoressa Iuliana Stefanut, ricercatrice universitaria nel campo dei diritti umani e del diritto commerciale internazionale, autrice del saggio che segue, laureata in giurisprudenza e in studi europei e si sta occupando del management delle relazioni internazionali e, in particolare, delle attività di arbitrato e di conciliazione in campo internazionale. Sicuramente uno dei migliori consulenti legali esistenti in Romania, come ho potuto accertare direttamente ed apprezzare sul piano professionale, la dottoressa Stefanut autrice dello studio di comparazione analitica delle convenzioni di Ginevra che ho il piacere di presentare quale nuovo quaderno dell’ANRP. L:elaborato in lingua inglese, cioè la lingua delle convenzioni, che permette agli addetti al lavori e ai nostri lettori il pieno funzionamento dello strumento, nel contesto di un continuum fra testo e commento; l’autrice ha seguito anche la cura della versione italiana del testo.
Iuliana Stefanut, per la sua capacità di analisi teorica e per la sensibilità e buon gusto nell’approccio a tali problemi, sta curando per conto dell’Associazione un incarico particolarmente delicato, in collaborazione con gli archivi di stato e con gli storici del novecento rumeni. Si tratta, cioè, di ricostruire la storia dei militari italiani in Romania, colti dagli avvenimenti dell’8 settembre 1943 impreparato e sbandati. E’ il primo studio analitico fuori dal mito quello che sarà condotto dalla nostra studiosa che andrà a principiare un lavoro prezioso, che renderà giustizia a tanti nostri militari, di cui si perso il ricordo pubblico ma non certo quello privato, un po’ come purtroppo per il caso senza fine delle foibe. Intanto, in contributo della Stefanut che viene dal commento alle Convenzioni di Ginevra, costituirà il lievito per la nostra azione nei confronti delle organizzazioni internazionali, per rendere certo il diritto integrale della persona umana al mantenimento della sua dignitas, come affermato in altra parte dal collega Vincenzo Porcasi.

Enzo Orlanducci
Segretario Generale ANRP