ANNO 2018, In primo piano

a cura di Elisabetta Lecco

Mediascape – Edizioni ANRP

 

Inaugurata nel 2015 come mostra temporanea, alla quale ha fatto seguito l’attuale ristrutturazione e ampliamento, la mostra Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai lager tedeschi 1943-1945 è dedicata a quei militari italiani che, caduti prigionieri dei tedeschi dopo l’8 settembre 1943, rifiutarono di collaborare con i nazi-fascisti e vennero avviati nei lager del Terzo Reich. Furono circa 650.000 i “volontari del lager”1 che, compiendo questa scelta, entrarono a pieno titolo a far parte della Resistenza italiana, anche se le motivazioni che li spinsero non furono, almeno in un primo tempo, politiche e antifasciste. Ciò che prevalse fu la stanchezza della guerra, la sfiducia, la paura, l’imitazione dei commilitoni, i sentimenti antitedeschi trasformatisi talvolta in rancore a seguito di drammatiche esperienze vissute (in particolare durante la ritirata di Russia) e la convinzione che gli Alleati avrebbero presto vinto la guerra.
Tra gli ufficiali vi furono anche motivazioni di carattere più spiccatamente ideale, come la fedeltà al giuramento al re o il rigetto del regime fascista, considerato responsabile del dramma in cui si era caduti. Comunque, a prescindere dalle ragioni del “NO!”, fu una scelta non facile, poiché i nostri soldati facevano parte di una generazione educata a non prendere decisioni autonome. “Credere, obbedire e combattere” era il motto di quei giovani inquadrati, fin dall’infanzia, nelle formazioni fasciste dei balilla e dei giovani fascisti e lo stesso concetto di Patria, all’apice di ogni loro aspirazione ideale, dovette essere rielaborato. Il loro “NO!” fu il primo passo verso la riconquistata libertà di pensiero. L’itinerario della mostra permanente si svolge su un percorso interno e uno esterno, dove è allestito il “Cortile della Memoria”, nel quale sono installate opere di artisti contemporanei italiani e stranieri sul tema della prigionia e della memoria. Altre opere sono disposte nel percorso interno della mostra. Lungo le sei sale comunicanti il visitatore è accompagnato da video e filmati d’epoca. Reperti originali guidano alla scoperta di una storia, fino a pochi anni fa, poco nota. Fotografie, disegni, lettere, oggetti personali, appartenuti ai soldati italiani, risultano essere emotivamente toccanti, espressivi e stimolanti per le giovani generazioni e permettono di avvicinarsi alla tragica realtà. Approfondimenti e riflessioni sono suggeriti dai reperti stessi e affidati a supporti multimediali interattivi che permettono di “spingersi oltre” attraverso biografie rappresentative e ricostruzioni di eventi. Al termine del suo “viaggio nei lager” il visitatore può passare nella sala conferenze dove, seguendo un fitto programma di appuntamenti, potrà partecipare a dibattiti, presentazioni di libri, di opere d’arte e proiezioni di filmati.

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